Canta l’augel in gabbia
proteso verso il cielo
cerca evasione invano
svolazza e si dimena.
Il garrulo raggiunge
qualche compagno fuori,
quegli richiama ancora,
questi risponde a tono.
Il cinguettìo risuona,
entrambi li accomuna,
hanno nel cuor
ognuno desìo di libertà.
La vita intorno scorre
ignava del desìo,
sembra che tutto sia
normale e natural.
Solo gli augelli infine
conoscono il destino
che a lor riserva ormai
sol di poter cantar.
Piedimonte Matese, 08.07.1989